muta preghiera

muta preghiera

“Muta preghiera” è la preghiera non pronunciata, quella che resta silente in noi, che sappiamo dichiarata nel profondo del nostro animo, ma mai portata alle labbra o formulata con il suono della parola. La custodiamo in noi stessi, ne siamo consapevoli poiché ci accompagna lungo il viaggio della nostra esistenza errante. Spesso possiamo leggerla negli occhi di chi cammina in silenzio al nostro fianco. Preghiera facile da ignorare perché non esibita eppure tangibile come tangibile è il nostro corpo, il suo vibrare, come lo è la paura o la speranza che tutti ci muove.
Questa mostra nasce ispirata dal luogo che la accoglie: la Chiesa del Purgatorio, terminata di edificare nel 1787 sulle rovine di un’antica chiesa medioevale. Un luogo che rammenta la caducità umana, la temporaneita` del nostro passaggio, la necessità di restituire dignità alla nostra esistenza attraverso la consapevolezza delle comuni fragilità. Un momento di riflessione in chiave contemporanea, alla luce di quel sentimento di “pietas” umana capace di riscattare la morte in povertà, la solitudine e l’abbandono della condizione umana, vista nella circolarità di un viaggio coincidente con l’esistenza stessa. Il viaggio quindi come condizione esistenziale, ma anche il viaggio che è mosso dalla necessità del superamento geografico o che racchiude in sé il bisogno di conoscenza, di sperimentazione, di accrescimento, infine di accettazione di una condizione che fa del nomadismo, inteso anche come necessità di confronto, come bisogno di cambiamento e di crescita, il nostro atto di nascita.
Raffaella Menichetti
————————
Ringrazio Paolo Cipollina per gli scatti fotografici e la gentile concessione
————————
Visione di insieme della mostra all'ingresso

Visione di insieme della mostra all′ingresso. Foto di Paolo Cipollina,

Chiesa del Purgatorio Terracina 19 Agosto-10 Settembre 2023

Chiesa del Purgatorio Terracina 19 Agosto-10 Settembre 2023 Foto di Paolo Cipollina, gentilmente concessa

installazione in notturna

Installazione in notturna. Foto di Paolo Cipollina, gentilmente concessa